Chicca
Scritto da Administrator   
giovedì 26 aprile 2007

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Tre giorni di ritardo… "tartaruga"…così mi chiamava mia madre, non mi decidevo a nascere…

Poi occhi spalancati sul mondo, faccia avanti e via…che fatica, ero blu per lo sforzo e mio fratello disse:"carina,ma è un po’ negretta"…11 marzo 1978

Credo che mi porterò sempre appresso la voglia di guardare in faccia il mondo, la lentezza nel fare le cose con piacere e passione, la voglia di cantare e ballare pregando che è tipico di quel po’ di "negretta" che ha visto in me mio fratello.

Testarda e determinata non iniziai a camminare finché non fui sicura di non cadere.

Quando dormivo non volevo essere toccata… indipendente fin da allora…

Un’infanzia felice e privilegiata, una famiglia unita, accogliente,calorosa, affettuosa, generosa…tanti cugini con i quali crescendo condividi giochi, gioie, dolori, passioni…

Ogni estate vacanze splendide, piene di bei ricordi, in collina vicino al mare, facevamo i giovani esploratori, costruttori di casette sugli alberi, pescatori… sempre a stretto contatto con la natura, imparando a conoscerla, ad amarla e a rispettarla, ascoltandone i suoni, i canti e le melodie…

Decisi a 4 anni che la scuola materna non faceva per me, io volevo imparare a leggere e a scrivere, volevo andare alla scuola elementare…e così fu, primo giorno un fiume di lacrime, la nostalgia di mamma…poi filai come un treno…ero incantata dalla mia maestra, le devo tanto: disciplina, organizzazione, metodo, passione e dedizione per l’insegnamento e per lo studio…decisi allora che avrei fatto anch’io la maestra e si sa i bambini cambiano spesso idea, io no…scelsi l’istituto magistrale apposta per poter insegnare alle elementari, feci i conconcorsi li vinsi, continuavo a studiare Scienze Religiose a fare supplenze fino alla nomina in ruolo dello stato come docente di scuola primaria, immaginate lo stupore quando potendo scegliere la sede avevo a disposizione proprio la mia scuola elementare…

A 5 anni fui la prima bambina tesserata dell’oratorio giovanile salesiano di Piazza Giovanni XXIII di Cagliari…prima d’allora solo una breve esperienza di scoutismo…da allora fu amore al primo incontro con D.Bosco, col suo sistema educativo, con la sua passione per i giovani. Immersa nel mondo salesiano sono cresciuta mettendo a disposizione i doni che il Signore mi aveva dato: il canto, ho sempre fatto musica e la musica si è sempre fatta strada in me…nel teatro, in Chiesa, a scuola.

Giocavo a Basket, dalle FMA di via 28 febbraio ( tanto per restare in casa) con loro ebbi l’onore di partecipare alle finali nazionali Pgs…devo molto allo sport, o meglio a questo sport, che mi ha insegnato l’importanza del gioco di squadra, dell’avere ognuno un compito ben preciso, parimenti importante e capitale…userò spesso quegli insegnamenti nel mio lavoro d’equipe nel sociale ( quando mi fu affidato un progetto di recupero e sostegno scolastico dei ragazzi della circoscrizione) nell’animazione di gruppi e nella scuola…quando un team lavora bene e c’è serenità i risultati si vedono e far sentire tutti parte della realizzazione del risultato è fondamentale.

Ma si sa da casa alle volte si ha bisogno di allontanarsi un po’…così intorno ai 13 anni l’oratorio non mi sembrava più tanto casa mia e mi dedicai ad altro…con i miei genitori frequentavamo l’ospedale Oncologico, andavamo a messa il sabato sera con gli ammalati e cantavo anche lì…

ImageCon loro sono stata come ausiliaria a Lourdes con il treno che porta in pellegrinaggio alla grotta…

Esperienze di servizio in cui si impara e si riceve più di ciò che si riesce a dare…

Nel 93 bussa alla mia porta un vecchio amico con il quale siamo cresciuti in quel dell’oratorio e mi chiede una mano per l’animazione del coro dei bambini…dice che l’oratorio sta rinascendo ,che è il momento di ricreare spazi per i bambini e che vorrebbe che ci fossi anch’io…ero decisamente titubante e scettica ma non seppi dire di no e lo seguii…

Fu allora che ci incontrammo… o meglio scontrammo…

ad aiutare Simone( così si chiama il mio amico d’infanzia) c’è un ragazzo che suonava la tastiera…Francesco …erano cane e gatto prepotenti e intolleranti…arrivavano anche a tirarsi i libretti dei canti, era una comica…ma più che altro lo trovavo assurdo… più stavo con loro più volevo scappare, ma quei bambini erano splendidi, avevano così tanta voglia di fare, di stare assieme, di imparare, di fare qualcosa di bello, che non potei andarmene…

16 anni che età assurda e complessa…poi io che a complicare le cose semplici ero specializzata, drammatizzavo ogni cosa del mio mondo interiore e navigavo nelle tormentose acque dell’indecisione… amicizia era sempre stato il mio valore più alto e forte…ora si affacciava amore a complicare le cose…e non su un destriero bianco da favola, come quelle che amavo divorare nei milioni di libri della mia stanzetta…no era seduto dietro una tastiera con la sua voce forte e la sua sicurezza che mi paralizzava…

Sono quelle persone che incontri , vedi, guardi, osservi, ascolti e capisci che cambieranno la tua vita..che hanno già lasciato il segno anche se non volevi…perché non serve il permesso, l’amore entra e piano piano si fa spazio…possiamo solo scegliere se dire di si o no…

Beh a dire al verità io lo feci penare abbastanza, insomma aveva le idee così chiare, per lui era tutto o bianco o nero per me era pieno di sfumature…io non ero così sicura…era devastante…non riuscivo a lasciarmi andare…quando provai…inizialmente fu una meraviglia…poi un disastro ci soffocavamo eravamo giovani e il nostro livello di maturità affettiva sbilanciato…così mollai

Mi massacrai e chiusi completamente …ma la musica….la musica continuava a tenerci assieme a farci sbattere uno contro l’altra….e in Chiesa, e in teatro, e sul palco…insomma…non ci voleva separare…e per fortuna…

Testarda e determinata a dimenticare e a cercare di essere serena scelsi un’altra strada, fatta un po’di illusioni e di bugie ben dette che alla lunga mi spaccarono il cuore ancora…ma lui era sempre lì…progetti in comune, radici profonde, stesse passioni…

Anche lui aveva scelto un’altra strada…ma non erano per noi

Noi eravamo destinati a stare insieme…me lo scrisse sul muro della mia stanza a 17 anni Torneremo Insieme Anche Misteriosamente Ormai … un acrostico, erano la sua fissazione…

ImageSi cresce, si matura, si capiscono meglio tante cose di se e degli altri, ci si ritrova, ci si riscopre, ci si vede come la prima volta e forse anche meglio e ci si sceglie ancora e da allora per ogni giorno a venire…con la consapevolezza che ci saranno salite e discese, pianure e colline, mareggiate e bonaccia, ma che si sceglierà ogni giorno ancora di stare assieme e di mettere al centro di questo nostro stare assieme Lui, quella musica che non ci ha mai fatti allontanare, che ci ha fatti incontrare e ritrovare, e che ci riporta sempre l’uno fra le braccia dell’altro…

Tanti sogni musicali realizzati a piccoli passi e poi il sogno più grande questo settembre ci sposiamo…

Che dire di più la mia vita è questa : una splendida e vera famiglia( a largo raggio…) benedetta dal Signore che mi ha cresciuta ed un’altra che ha già radici profonde,ma che da settembre sarà ancora più forte perché sacramentata…

Ultimo aggiornamento ( domenica 20 maggio 2007 )